I baroni alle crociate [flash]

Ecco, ci siamo. Al momento del rush finale, il velo si squarcia.
Moltissimi colleghi hanno ricevuto una mail intitolata «Difendiamo l’università dalla demagogia». Un manifesto per sostenere il DDL Gelmini firmato … da non molti (in verità) ma molti noti professori. Alcuni in pensione, altri ancora in servizio, quasi tutti aderenti alla Fondazione Magna Carta.
Cara Ministra: non torni a ripetere che chi protesta sta dalla parte dei baroni. Perché i baroni, con questo appello, mostrano di approvare  il DDL che porta il suo nome.
Ricapitoliamo: alcuni baroni approvano e sostengono la sua riforma; la maggior parte degli studenti e dei ricercatori (strutturati e precari) molti professori associati e molti ordinari (perché non tutti gli ordinari sono baroni) invece no (vedi la carrellata degli ostaggi).
C’è poi davvero questa «maggioranza silenziosa»? Chissà …. Che cosa ne pensa la “minoranza” (per fortuna) tanto chiassosa ?

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Avviso ai naviganti [flash]

C’è un tempo per discutere e un tempo per protestare: la discussione sul DDL Gelmini non c’è stata quando ci sarebbe stato tempo e modo di analizzare le proposte e di cambiare almeno i punti più controversi. Ora che la protesta incalza e mette in difficoltà il governo, la ministra assume toni concilianti e si rivolge su YouTube agli studenti inferociti, invitandoli a non farsi strumentalizzare. E questa della strumentalizzazione degli studenti è in effetti uno dei leitmotiv martellanti di questi giorni.
Il titolo del video è di per sé tutto un programma: Continua a leggere

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Onde

di Francesca Coin – Università Ca’ Foscari Venezia

Vorrei provare a fare il punto di quanto è avvenuto nell’Ateneo Veneziano negli ultimi dieci giorni. Comincio dall’Ateneo veneziano perché mercoledì 10 novembre, l’ultima riunione con i colleghi storici ha decretato la fine del Dipartimento di Storia a Venezia. Il Dipartimento di Studi Storici ha iniziato la propria attività nel gennaio 1984, ma quel mercoledì, in seguito all’ennesima riunione che vedeva all’ordine del giorno la ristrutturazione dei dipartimenti secondo le linee guida del DdL Gelmini, il dipartimento ha sostanzialmente chiuso i battenti, dopo aver perso la propria autonomia Continua a leggere

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L’universita’ in ostaggio

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Sull’intervento di Silvano Presciuttini

di Paolo Gianni (CNU)

L’intervento di Presciuttini sui contenuti della riforma dell’Università mi ha suggerito alcune considerazioni. Anch’io ho vissuto le esperienze degli anni settanta, ma francamente non mi è rimasto impresso l’accordo governo-sindacati di cui si parla.
È vero che i sindacati, allora, contavano molto di più che ora; ma erano anche capaci di guardare avanti molto più di quanto non riescano a fare adesso.  Ciò che mi è rimasto impresso di quel periodo è la faticosa rincorsa verso una legge che riconoscesse la valorizzazione dell’attività di “ricerca”, la democrazia degli organi di governo, la sostanziale parità di funzioni delle figure docenti. L’accettazione del dualismo associati-ordinari non sminuisce la portata storica Continua a leggere

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Gli ostaggi !!!!


La campagna «Fermiamoli prima che sia troppo tardi» non è sospesa. Al contrario, ad essa è dedicata la pagina fissa «Università in Ostaggio» : continuate a inviare le vostre foto e gli appelli a dimartin@dm.unipi.it

Grande successo per la nostra campagna: è sbarcata su Repubblica.it e, soprattutto, è divenuta il titolo di un articolo appositamente dedicato su l’Unità.it.

Potremmo ringraziare genericamente tutti, ma la redazione pensa che ci meritiamo qualcosa di più e quindi ….. ci piace dire grazie nominalmente a Pietro D.M. (PI) perché sua è l’idea; a Cristina C. (PI), perché per prima ci ha creduto; a Tiziana P. (SA), ad Antonio S. (TO), a Raffaella C. (TO), a Monica G. (SA), a Marta L. (PI), a Maria Emilia A. (SA),  Continua a leggere

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Una riforma epocale. Anzi, d’epoca.

Quando, nel corso della prima rapida lettura che ho dato al d.d.l. Gelmini, sono arrivato all’articolo che ridisegna la struttura della docenza ho fatto una specie di balzo (virtuale) sulla sedia. «Ma questo», mi son detto, «è l’accordo governo-sindacati del marzo 1977».

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I ricercatori in piazza. 17 novembre [flash]

Moltissimi ricercatori hanno partecipato alla manifestazione cittadina di oggi Continua a leggere

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Università da buttare?

di Paolo Guiotto – Università di Padova

In tempi di riforma dell’Università una tra le prime domande da porsi, specie in riferimento alla nuova keyword “merito”, è: qual è il ruolo dell’Università italiana nel mondo? A intervalli regolari i quotidiani nazionali e locali riportano dati sconfortanti sulle classifiche degli Atenei mondiali, nelle quali gli Atenei italiani danno un’impressione pessima: nessun Ateneo nei primi 100! Il primo, Bologna, risulta solo 176-esimo, Roma La Sapienza 190ma, poi Padova al 261mo posto, il Politecnico di Milano al 295mo e Pisa al 300mo posto (fonte: http://www.topuniversities.com). Gli altri peggio.

Questa classifica disarmante è il fondamentale su cui il Governo e Confindustria hanno basato parte della campagna di comunicazione per suffragare la necessità di una riforma: l’Università italiana è da buttare. Si trasmette l’idea che l’Università italiana è corrotta, scadente nella ricerca e nella formazione nonché piena di fannulloni e baroni. Ma è così? (Vedi anche il video di Paolo)

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Le scarpe dello scienziato

Circola da qualche giorno sui media una frase che qualcuno attribuisce al nostro attuale (scrivo Sabato 13 Novembre…) presidente del consiglio. La frase in questione è, con qualche insignificante variazione, la seguente: “Perché dovremmo pagare uno scienziato, quando facciamo le scarpe più belle del mondo?”.

Ora, importa davvero poco indagare se Silvio Berlusconi abbia davvero pronunciato tale frase, o in quale occasione lo abbia eventualmente fatto. Ciò che invece rende tale frase interessante è Continua a leggere

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